MONTAUK s/t – Recensione su ShiverWebzine.com

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Lo straniamento è uno dei principali protagonisti di questi brani, la disperazione diventa un mantra “la rabbia è una religione” urlato e reiterato in “Song no tomorrow” ne è un buon esempio. Il taglio deciso degli strumenti sottolinea la voce, la sua fragilità e le sue imperfezioni, la sua umanità e fallibilità. L’essenzialità della produzione musicale si respira anche nell’immagine di copertina. Una casetta di legno, dettagliata ma anche infantile. E prendendo forse spunto da una loro frase “se potessi raccontare tutto ciò che sto facendo dovrei dipingerlo per spiegarlo meglio” ogni canzone è stata affidata a diversi illustratori e fumettisti. Il risultato è variegato, gli stili eterogenei ma accomunati dall’uso del bianco e nero, basico, linee definite come i giri di basso, tratti decisi e inevitabili come la batteria. Un aiuto, una distrazione, un invito all’interpretazione: “prova tu a pensare guardando il mondo come un ragazzo”.

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